«La sanità pubblica non sarà sostenibile se non ci saranno interventi di correzione rispetto alle attuali dinamiche socio sanitarie». Questa, in sintesi, una delle principali indicazioni che emerge dall’ultimo rapporto Meridiano Sanità realizzato da The European House
Il risultato ottenuto mettendo insieme fattori economici (Pil e spesa sanitaria procapite), prevalenze (malattie croniche), fattori demografici e fattori di rischio (fumo, alcol, obesità, ecc) in un grande frullatore che elabora tutti i numeri includendo le proiezioni demografiche e socio economiche è che la spesa sanitaria a prezzi reali al 2050 raggiungerà il valore di 220 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil pari al 9,5%, cioè +2,4 punti percentuali rispetto al 2022.
Alcuni spunti di riflessione
In Italia l’investimento in salute in valore assoluto resta tra i più bassi d’Europa: il 7.2% di oggi pone già il nostro Paese in coda alla classifica; basti pensare che la spesa sanitaria pubblica pro capite è meno della metà di quella della Germania.
Se aggiungiamo che l’Italia ha una struttura demografica che tende verso una popolazione sempre più anziana (i 400mila nati nell’ultimo anno sono il dato più basso dal 1861), è facile capire che avremo una pressione sempre più importante sul sistema sanitario. In prospettiva, al 2050, il 75% dell’intera spesa sanitaria pubblica sarà legato a persone sopra i 60 anni, contro il 60% di oggi».
Continuando nell’analisi del sistema Italia, non si può non tenere conto che oggi il personale di medicina generale, quello ospedaliero e infermieristico ha anch’esso un’anagrafica molto importante e se nel quinquennio 22-27 più o meno il sistema potrebbe riuscire a rigenerare il corpo professionale attraverso le nuove leve, il problema si pone nel tendenziale, se si vogliono tenere le stesse proporzioni di struttura di servizio di oggi. Ipotizzando un infermiere ogni 52 over 65, un medico ospedaliero ogni 134 over 65 e un medico di medicina generale ogni 331 over 65 (che è la fotografia di oggi e che è essa stessa sottodimensionata rispetto ad altri paesi), scopriamo che abbiamo bisogno nei prossimi 30 anni di 140mila infermieri in più, oltre 54mila medici ospedalieri e 22mila medici di medico di medicina generale. Aggiungiamo che siamo il Paese con le retribuzioni più basse di tutti. Quindi se vogliamo dimensionare e aumentare i compensi per evitare che i medici vadano all’estero dobbiamo aggiungere ulteriori 21,3 miliardi a quel modello già pesante appena descritto.
Fonte : il sole 24 ore
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