A causa della vita frenetica che molti di noi conducono, può capitare di sentirsi sopraffatti da stati d’animo come stress e ansia, senza sapere come affrontarli e gestirli al meglio.
Esiste una tecnica chiamata mindfulness che potrebbe aiutare a migliorare la qualità della vita, sviluppando uno stato mentale più presente, ricettivo e meno influenzato dai pensieri negativi.
MINDFULNESS: DOVE NASCE, COS’È E A COSA SERVE
Il concetto di mindfulness è molto antico e trova origine più di 2500 anni fa nella tradizione contemplativa buddista, ma è Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare, ad aver intrapreso, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, l’utilizzo clinico di questa pratica. Kabat-Zinn, presso l’Università del Massachusetts, ha infatti sviluppato il Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) con l’obiettivo di aiutare i pazienti affetti da dolori fisici e psicologici, programma in seguito applicato anche ad altre condizioni cliniche.
La parola mindfulness significa “consapevolezza”, intesa come lo sviluppo di una particolare attitudine mentale che porta a percepire meglio ciò che accade dentro e fuori di noi, istante dopo istante. Questo atteggiamento, secondo gli esperti, permette di maturare una maggiore presenza nel qui e ora, prestando reale attenzione a quello che si fa e si sente. Sviluppare l’attitudine alla consapevolezza del qui e ora, consente di raggiungere uno stato mentale più propenso alla serenità e alla soddisfazione. Questo atteggiamento permette di avere un maggiore controllo sulle proprie reazioni e sui modelli di pensiero che, in certe situazioni, ci portano ad agire sempre allo stesso modo e che determinano ansia e stress. Secondo gli esperti, seguire le pratiche della mindfulness ci permette di riconoscere questi schemi e di disinnescarli. Questo accade perché si impara a guardarsi con obiettività, condizione che serve per trovare risposte in linea con le proprie esigenze.
Ora vi starete chiedendo, tutto bello ma in che cosa consiste la mindfulness?
La mindfulness si basa sulla meditazione, in particolare su esercizi che coinvolgono il corpo, i sensi e le emozioni. Esistono però due modi di metterla in atto:
- attraverso un approccio formale e strutturato, quindi con esercizi che si svolgono in tempi e modalità precisi;
- con un approccio informale e non strutturato, dunque vivendo con consapevolezza le attività del quotidiano.
MINDFULNESS: COME PRATICARLA ED ESERCIZI UTILI
Come anticipato, esistono pratiche formali e informali. Gli esercizi formali possono essere svolti in autonomia, dopo essere stati appresi da personale qualificato, e sono importanti per radicare in sé l’abitudine alla consapevolezza e farla crescere nel tempo. Questi esercizi possono essere poi integrati con la pratica informale, che prevede l’applicazione di un approccio consapevole alla vita quotidiana. Vediamo alcuni esempi.
Meditazione seduta
Tra le pratiche formali, questo è l’esercizio più semplice e frequente con cui, soprattutto agli inizi, ci si accosta alla mindfulness. Seduti comodi su una sedia, con la schiena dritta e i piedi poggiati a terra, dovremo concentrare la nostra attenzione sul respiro che entra ed esce dal corpo.
La mente, con ogni probabilità, comincerà a vagare altrove, verso pensieri, incombenze lavorative, ricordi: ogni volta che questo accade, riporteremo dolcemente l’attenzione al respiro, senza soffermarci sui pensieri o giudicarli.
Scansione del corpo
Questo esercizio formale, chiamato anche body scan, consiste nel porre deliberatamente la propria attenzione a ogni parte del corpo, a partire dalla punta dei piedi fino alla testa. Questo va fatto con lentezza, in ordine (quindi partendo dai piedi verso la testa o viceversa), facendo attenzione alle sensazioni e i ai pensieri provati.
Meditazione camminata
La walking meditation, come viene chiamata in inglese, consiste nello sviluppare consapevolezza verso il respiro, le sensazioni e i movimenti mentre si cammina avanti e indietro in un determinato spazio. In genere si consiglia di praticarla da scalzi, in modo da percepire bene il contatto del piede sul suolo.
Hatha Yoga
In questo esercizio formale si mette in pratica lo Hatha Yoga, una delle tipologie di yoga più famose. La pratica si basa sulla consapevolezza del respiro, delle posizioni (chiamate asana) e delle sensazioni fisiche provate: la concentrazione su ogni singola postura, infatti, favorisce l’allineamento tra mente e corpo. Durante questa attività, inoltre, viene richiesto di rispettare i propri limiti, mantenendo la giusta misura dello sforzo senza andare oltre ciò che è possibile per il fisico: lo scopo non è la performance atletica, bensì l’attenzione.
Pratica informale: esempi di esercizi non strutturati
La pratica non strutturata della mindfulness consiste nell’approcciarsi consapevolmente alle attività del quotidiano come lavarsi, mangiare, parlare. Alcuni esempi sono:
- fare colazione lentamente, concentrandosi ciò che si mangia e si beve senza distrazioni come televisione o cellulare;
- durante una passeggiata, prestare attenzione a tutti i suoni che ci circondano, come il canto degli uccelli, il soffio del vento, il passaggio delle auto.
- fare la doccia con calma, concentrandosi su ogni movimento e sulle sensazioni provate, senza correre con la mente ai pensieri della giornata.
PRESERVARE E PREVENIRE
Imparare a mettere in pratica la consapevolezza può dunque aiutare a preservare il benessere psicofisico, allontanando condizioni come stress e ansia. Allo stesso tempo, per salvaguardare la nostra salute, è anche importante non dimenticarsi della prevenzione, essenziale per evitare l’insorgere di determinate patologie o per intervenire in tempo.
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MINDFULNESS: DOVE NASCE, COS’È E A COSA SERVE
Il concetto di mindfulness è molto antico e trova origine più di 2500 anni fa nella tradizione contemplativa buddista, ma è Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare, ad aver intrapreso, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, l’utilizzo clinico di questa pratica. Kabat-Zinn, presso l’Università del Massachusetts, ha infatti sviluppato il Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) con l’obiettivo di aiutare i pazienti affetti da dolori fisici e psicologici, programma in seguito applicato anche ad altre condizioni cliniche.
La parola mindfulness significa “consapevolezza”, intesa come lo sviluppo di una particolare attitudine mentale che porta a percepire meglio ciò che accade dentro e fuori di noi, istante dopo istante. Questo atteggiamento, secondo gli esperti, permette di maturare una maggiore presenza nel qui e ora, prestando reale attenzione a quello che si fa e si sente. Sviluppare l’attitudine alla consapevolezza del qui e ora, consente di raggiungere uno stato mentale più propenso alla serenità e alla soddisfazione. Questo atteggiamento permette di avere un maggiore controllo sulle proprie reazioni e sui modelli di pensiero che, in certe situazioni, ci portano ad agire sempre allo stesso modo e che determinano ansia e stress. Secondo gli esperti, seguire le pratiche della mindfulness ci permette di riconoscere questi schemi e di disinnescarli. Questo accade perché si impara a guardarsi con obiettività, condizione che serve per trovare risposte in linea con le proprie esigenze.
Ora vi starete chiedendo, tutto bello ma in che cosa consiste la mindfulness?
La mindfulness si basa sulla meditazione, in particolare su esercizi che coinvolgono il corpo, i sensi e le emozioni. Esistono però due modi di metterla in atto:
- attraverso un approccio formale e strutturato, quindi con esercizi che si svolgono in tempi e modalità precisi;
- con un approccio informale e non strutturato, dunque vivendo con consapevolezza le attività del quotidiano.
MINDFULNESS: COME PRATICARLA ED ESERCIZI UTILI
Come anticipato, esistono pratiche formali e informali. Gli esercizi formali possono essere svolti in autonomia, dopo essere stati appresi da personale qualificato, e sono importanti per radicare in sé l’abitudine alla consapevolezza e farla crescere nel tempo. Questi esercizi possono essere poi integrati con la pratica informale, che prevede l’applicazione di un approccio consapevole alla vita quotidiana. Vediamo alcuni esempi.
Meditazione seduta
Tra le pratiche formali, questo è l’esercizio più semplice e frequente con cui, soprattutto agli inizi, ci si accosta alla mindfulness. Seduti comodi su una sedia, con la schiena dritta e i piedi poggiati a terra, dovremo concentrare la nostra attenzione sul respiro che entra ed esce dal corpo.
La mente, con ogni probabilità, comincerà a vagare altrove, verso pensieri, incombenze lavorative, ricordi: ogni volta che questo accade, riporteremo dolcemente l’attenzione al respiro, senza soffermarci sui pensieri o giudicarli.
Scansione del corpo
Questo esercizio formale, chiamato anche body scan, consiste nel porre deliberatamente la propria attenzione a ogni parte del corpo, a partire dalla punta dei piedi fino alla testa. Questo va fatto con lentezza, in ordine (quindi partendo dai piedi verso la testa o viceversa), facendo attenzione alle sensazioni e i ai pensieri provati.
Meditazione camminata
La walking meditation, come viene chiamata in inglese, consiste nello sviluppare consapevolezza verso il respiro, le sensazioni e i movimenti mentre si cammina avanti e indietro in un determinato spazio. In genere si consiglia di praticarla da scalzi, in modo da percepire bene il contatto del piede sul suolo.
Hatha Yoga
In questo esercizio formale si mette in pratica lo Hatha Yoga, una delle tipologie di yoga più famose. La pratica si basa sulla consapevolezza del respiro, delle posizioni (chiamate asana) e delle sensazioni fisiche provate: la concentrazione su ogni singola postura, infatti, favorisce l’allineamento tra mente e corpo. Durante questa attività, inoltre, viene richiesto di rispettare i propri limiti, mantenendo la giusta misura dello sforzo senza andare oltre ciò che è possibile per il fisico: lo scopo non è la performance atletica, bensì l’attenzione.
Pratica informale: esempi di esercizi non strutturati
La pratica non strutturata della mindfulness consiste nell’approcciarsi consapevolmente alle attività del quotidiano come lavarsi, mangiare, parlare. Alcuni esempi sono:
- fare colazione lentamente, concentrandosi ciò che si mangia e si beve senza distrazioni come televisione o cellulare;
- durante una passeggiata, prestare attenzione a tutti i suoni che ci circondano, come il canto degli uccelli, il soffio del vento, il passaggio delle auto.
- fare la doccia con calma, concentrandosi su ogni movimento e sulle sensazioni provate, senza correre con la mente ai pensieri della giornata.
PRESERVARE E PREVENIRE
Imparare a mettere in pratica la consapevolezza può dunque aiutare a preservare il benessere psicofisico, allontanando condizioni come stress e ansia. Allo stesso tempo, per salvaguardare la nostra salute, è anche importante non dimenticarsi della prevenzione, essenziale per evitare l’insorgere di determinate patologie o per intervenire in tempo.
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FONTE : BLOG UNISALUTE